[PS2] Prince of Persia : The Sands of Time, Recensione

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view post Posted on 20/8/2008, 13:24
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Ti aspetti il solito clone spazzatura, ma rimani spiazzato. Sei troppo condizionato dalla paura di trovarti di fronte una pseudo-bidonata, ma proprio quando le possibilità di avere tra le mani l'ennesimo seguito mediocre crescono a dismisura, la Ubi-Soft sforna il giocone.Il capolavoro. Il titolo che ti ricorda che nel mondo dei videogiochi qualcuno sa fare le cose per bene, che non è tutto bianco e nero ma ci sono anche le sfumature, e che il seguito di un prodotto che ha fatto storia non implica l'adagiarsi sugli allori da parte dei programmatori. Per molti è così, non per quelli della Ubisoft, consci del fatto che non tutti i giochi sono votati al vendere molto solo per il nome che portano, ma a volte, per la qualità di cui sono intrisi.

Quei favolosi fine anni Ottanta!
Se Raf rivedesse in un'ottica videoludica la canzone “Cosa resterà di questi anni 80”, a nostro avviso meriterebbe menzione un gioco creato dalla geniale mente di Jordan Mechner. Era l'alba dei tempi, se non altro di quelli videoludici. Il mercato muoveva i suoi primi passi, o almeno qualche annetto dopo avrebbe fatto il grande boom, ma in quell'era preistorica uscì uno dei giochi che senz'altro è entrato nella leggenda: Prince of Persia. La Ubi Soft tenta di dimenticare i vari seguiti usciti in tempi più recenti e, rifacendosi proprio al capolavoro di 15 anni fa, di tirar fuori dal cilindro un prodotto vincente. Ci sarà riuscita? Scopritelo con noi.La storia, che ha tutta la magia delle fiabe e il fascino dell'oriente antico e misterioso, propone l'eterna ed estenuante lotta tra il bene e il male, impersonata nel primo caso dal prode principe nel tentativo di riportare la pace e la serenità. Il protagonista della vicenda infatti, definito solamente come “Principe” (il nome non è specificato), dopo aver sconfitto col padre le truppe del Marajah, rompe la clessidra contenente le sabbie del tempo, dal quale ne consegue il caos più totale e il regno cade nell'ombra. Toccherà a lui addentrarsi nel palazzo labirintico e risolvere la questione, riportando tutto alla normalità. Il tutto è “raccontato” da cut-scene altamente spettacolari e dialoghi abbastanza curati.

Ritorno al passato Episode I
PoP è un actionadventure che si rifà direttamente alla sublime creazione di Jordan Mechner del 1989, al quale è accomunato da un piacevole senso di deja-vu in numerosi passaggi di gioco e che potrà essere considerato, dai veterani della serie, come tecnicamente moderno ma dall'approccio old fashioned. Le comunanze col primo PoP finiscono a grandi linee qua, per il resto questo capitolo è un gioco del tutto nuovo, originale, moderno e che rilancia a grandi livelli il genere in cui si inserisce. The Sands of Time si propone al pubblico come un prodotto eclettico, riprendendo meccaniche di gioco che strizzano l'occhio a million seller quali Matrix o a prodotti più blasonati come Ico, condendo il tutto con combattimenti coreografici che ricordano il cinema di arti marziali Hong Kong style. Un miscuglio di generi dal quale scaturisce un gameplay innovativo e divertente, ricco di stile, perfettamente costruito e con trovate geniali, che si aggiungono allo scenario che fa da sfondo alla vicenda. Il tutto sostenuto da una grandiosa atmosfera e da un reparto grafico di primissimo livello. Il risultato più che positivo è auspicabile già dal sapere che dietro al talento di Jordan Mechner sta quello della Ubi Soft Montreal, per intenderci gli sviluppatori di Splinter Cell, scusate se è poco.
Addio Lara...
A parte qualche lieve divagazione, PoP entra di diritto nella categoria degli actionadventure: l'avventura Ubi Soft è infatti un concentrato di azione e ragionamento, in un intreccio di battaglie, salti, acrobazie funamboliche, ma anche enigmi da far spremere le meningi. PoP, già dalle prime battute si dimostra un'esperienza profonda, varia, ricca di novità ma anche di tutti gli elementi caratteristici del genere. Le prime fasi costituiranno un vero e proprio tutorial nel quale ci verrà insegnato il giusto utilizzo dei comandi e l'enorme mole di mosse e movenze fattibili. Il principe vanta un repertorio di tutto rispetto grazie a movimenti come saltare, aggrapparsi, combattere, e non solo. Vederlo correre con leggiadria sui muri lascia basiti, con un'agilità felina e movenze prese in prestito dalla serie di Matrix. Potrà poi salire tra due pareti ravvicinate saltando dall'una all'altra come una cavalletta, aggrapparsi a sporgenze, cornicioni, pali o ad una sbarra, roteare e saltare sulla successiva come un campione delle parallele asimmetriche. Insomma, non soltanto un eroe, un vero protagonista, ma anche un atleta, un funambolo dalle qualità altamente spettacolari.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Ma il principe è anche un prode guerriero, abile nell'uso della spada, o meglio della scimitarra (siamo in oriente) e che in una miriade di occasioni dovrà cimentarsi in battaglie epiche in cui orde di demoni, mostri e bestie di vari generi tenteranno di fargli la pelle nei modi più svariati ed abietti. Lui però non avrà la sola spada ad aiutarlo, ma anche il fido pugnale del tempo, leggendaria arma dalle qualità magiche in grado di recuperare le preziose "sands of time", della cui utilità parleremo più avanti.Il sistema di combattimento adottato è quello multi-direzionale: queste sezioni risultano molto spettacolari, con una forte componente tattica garantita dalla sapiente alternanza di colpi e parate, ma soprattutto dell'agilità, utile per divincolarsi dalle mischie furibonde con dei rapidi salti mortali, per eludere il nemico scavalcandolo per poi infliggergli dei colpi potenti e risolutori, ma anche per eseguire spettacolari attacchi, come quelli effettuabili utilizzando pareti, colonne e muri per darsi lo slancio e saltare sui nemici. Come detto però, all'azione pura sono affiancate sezioni ragionate, ricche di enigmi del tipo “tira la leva”, “premi l'interruttore”, “spingi la cassa”, “fai ruotare il torchio”. I suddetti enigmi ricoprono una componente fondamentale del gioco spezzando le lunghe ed estenuanti battaglie e garantendo fasi in cui utilizzare appieno la massa cerebrale. Alcune trovate sono per così dire “poetiche”, come il bere acqua per ripristinare energia o altro, ma il tutto non stona con l'atmosfera generale del gioco.In quest'avventura non saremo soli, ma avremo al nostro fianco una presenza femminile, ovvero la bella Farah, che ci darà una mano in tutte le situazioni più delicate. Ella è infatti in grado di raggiungere locazioni anguste come spaccature nei muri, cunicoli e condotti per strisciare o sgusciare e raggiungere zone altrimenti inaccessibili, quindi attivare interruttori fondamentali per il proseguo dell'azione. Inoltre ci darà man forte nei combattimenti col suo fido arco e con la faretra piena di frecce. Se da un lato la nostra bella Farah, grazie al suo corpo più esile e ridotto sarà in grado di raggiungere locazioni inaccessibili al principe, dall'altro non avrà doti atletiche degne del suo compagno d'avventura e non potrà eseguire salti incredibili o camminate sul muro. L'azione di gioco si sviluppa in un costante alternarsi di azione tra i due amici e, mentre lei potrà spianare la strada attivando leve o meccanismi, lui dovrà renderle accessibile la via. Si può quasi dire che i due debbano proseguire nell'avventura con un rapporto quasi simbiotico e la stessa si interromperà bruscamente con la morte di uno dei due.

SPOILER (click to view)
Fonte: Gamesurf


 
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